Premio all'innovazione amica dell'ambiente, quinta edizione

Scheda progetto

Acquaviva Italia Srl
Riduzione dell'imbatto ambientale del boccione rispetto la bottiglia

Informazioni sul candidato:
Ragione sociale Acquaviva Italia Srl  
Settore Distribujzione acqua con boccioni  
Sito web http://acquaviva.com
Attivita dell'impresa Distribuzione e gestione di refrigeratori d'acqua con boccioni da 18,9 litri x aziende, negozi, uffici, com unità, abitazioni. ecc  
Certificazioni Impatto Zero  
Forme di controllo della gestione  
Certificazioni del prodotto Impatto Zero  

 

Informazioni sull'innovazione:
Titolo Riduzione dell'imbatto ambientale del boccione rispetto la bottiglia  
Presentazione dell'innovazione Riduzione dello spreco di acqua rispetto la normale bottiglia. Rriduzione dei consumi di carburante dovuti sia alla diminuzione della merce trasportata sia all'utllizzo di apparecchi satelliatri che permettono di migliorare e ottimizzare i viaggi e le consegna. Consegna, ritiro, trasformazione e riciclo del bottiglione in PET. La ns. azienda ritira i vuoti dei boccioni dai clienti e fa una prima trasformazione del prodotto consegnando alle aziende di lavorazione il PET già pulito e macinato. Il 100% del ns. prodotto viene riciclato. Infine, con il certificato "Impatto Zero" le emissioni di Co2 di circa 7.876 kg saranno compensate dalla ns. azienda, tramite la creazione e la salvagurdia d una nuova area boschiva di 10.163 m2 interamente localizzata in Costa Rica. Grazie  
Progettista  
Innovazione di gestione  
Tema Eco-efficienza  
Descrizione dell'innovazione PET Il boccione in monouso è il massimo dell’ igiene, non poroso, non assorbe, nessuna contaminazione ed è la migliore conservazione per l’ acqua. Il nostro ciclo produttivo è studiato per avere impatto zero sull’ ambiente: nemmeno un grammo di plastica finisce nei rifiuti e ogni boccione toglie dalla circolazione 36 bottiglie da mezzo litro. Il P.E.T. è la tipica plastica delle bottiglie d'acqua e di altre bevande gassate. Contiene il 99% di una sostanza che consente una maggiore consistenza alla spinta centrifuga che il liquido esercita sull'involucro e determina la possibilità di trasparenza. Appartiene al gruppo dei poliesteri. Il PET viene prodotto al 100% con petrolio o gas naturale. Da circa 1,9 kg di petrolio grezzo si ottiene approssimativamente 1 kg di PET. Il PET è molto leggero (circa 40 grammi per bottiglia da 1,5 litri), infrangibile e riciclabile al 100%. La produzione di riciclato di PET da bottiglie vuote richiede il 60% di energia in meno rispetto al PET nuovo, ha ottime possibilità di riciclaggio nel settore dei tessuti (vedi il Pile, interni auto, ecc.). Il P.E.T. viene utilizzato anche per: film per alimenti, palloni sonda, tessuti, bicchieri. Vengono riciclate solo le bottiglie in PET dalle bibite e, per diverso riutilizzo, dal latte. Il P.E.T. riciclato viene inoltre utilizzato (mischiato con il polimero vergine) per la produzione di nuovi contenitori trasparenti per detergenti. L’operatività di Acquaviva Italia: Il boccione in PET monouso, viene prodotto nella FONTE, depositato presso il nostro MAGAZZINO, consegnato direttamente al CLIENTE finale/utilizzatore, ritirato vuoto dai nostri operatori, macinato nel nostro magazzino e inviato direttamente all’ azienda per la lavorazione. Neanche un grammo di plastica finisce in discarica, questo è possibile perché tutto il ciclo di utilizzo e gestito da una sola azienda. La nostra!! Spreco Acqua Le risorse idriche in Italia corrono a una doppia velocità: migliora la disponibilità di acqua negli invasi, soprattutto al Sud, mentre è insoddisfacente lo stato della rete fognaria, che copre solo l'84% della popolazione, e della depurazione, che ne copre appena il 73%. È questa la fotografia che emerge dal rapporto annuale del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, presentato ieri dal presidente, Gilberto Muraro, alla Camera dei Deputati. Alla fine di maggio, il volume di acqua rispetto all'anno scorso è raddoppiato nei principali invasi siciliani ed è quadruplicato in Basilicata, Puglia e Sardegna, raggiungendo una capacità di invaso dell'89%. «Una buona premessa per un servizio di qualità - sottolinea Muraro - ma insufficiente ad annullare il noto paradosso nazionale che vede ottime infrastrutture e risorse ma diffuse lamentele sui disservizi degli acquedotti». In Italia l'uso potabile, pari al 19% del prelievo idrico complessivo del paese, può contare su una rete pressoché esaustiva, con il 96% degli italiani serviti dagli acquedotti, e su una disponibilità di acqua pro-capite che supera almeno i 260 litri al giorno. «E si tratta di acqua di buona qualità», afferma il presidente del Comitato, per l'85% proveniente da pozzi e sorgenti e solo per il 15% ricavata da corsi superficiali e da invasi. Dati che ridimensionerebbero così, sottolinea Muraro, il fenomeno delle perdite, che se per l'Istat ammontano al 29% dell'acqua immessa, raggiungono il 42% secondo indagini tecniche sul campo del Comitato. Un fenomeno che comunque resta, secondo gli esperti, preoccupante anche perché aumenta a mano a mano che si scende lungo lo Stivale, quindi proprio laddove la dotazione idrica è inferiore. Se, infatti, un sondaggio Istat rileva che, nel 2002, il 13,5% delle famiglie lamentava irregolarità nell'erogazione, un'analisi disaggregata mostra che al Nord la percentuale è del 6,6% mentre al Sud è del 27,7%, con punte del 38 in Sicilia e del 36 in Calabria. Ancora sconosciute, tra l'altro, le esatte proporzioni delle cause: un mix di perdite fisiche involontarie, volontarie, allacciamenti abusivi e usi non contabilizzati. Sul fronte economico, se i costi del servizio per l'intero ciclo dell'acqua e i livelli di occupazione mostrano una crescita del settore, l'andamento degli investimenti pubblici invece ha registrato tra il 1993 e il 2001 un trend negativo. Nel 2001, secondo un'indagine svolta dell'Istituto di ricerca sociale di Milano per conto del Comitato, sono stati pari a 4 miliardi di euro i costi del servizio, con una crescita annua del 4,7%, per i due terzi dedicati alla fornitura dei servizi di acquedotto e per un terzo ai servizi di fognatura e depurazione. Con una diminuzione dell'incidenza degli investimenti per le opere pubbliche del 10%, il settore nel 2001 ha, invece, registrato investimenti per 637 milioni di euro, poco più di un quarto rispetto al 1985. E' il comparto della fognatura ad assorbirne la maggior parte (45%), seguito dall'adduzione e distribuzione (37%) e dalla depurazione (18%). Anche in questo caso, il Nord si trova in una condizione privilegiata con un investimento medio per abitante pari al doppio di quello registrato nelle regioni meridionali della penisola. Per il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, «troppe perdite di rete, troppi scarichi non depurati e investimenti decisamente troppo bassi. La politica sulle risorse idriche, insomma, fa acqua da tutte le parti». Il sistema idrico del nostro paese, ha affermato il presidente dell'associazione ambientalista, «soffre di mali atavici: perdite di rete superiori al 40%, impianti di depurazione che lasciano ancora scoperto più di un quarto della popolazione e una rete fondiaria incompleta. E il governo ha addirittura diminuito gli investimenti nel settore. Se quest’estate non rimarremo a secco, lo dovremo soltanto a un'annata molto piovosa, che ha fatto salire il livello di acqua negli invasi, e non certo alle azioni messe in campo dalle amministrazioni centrali e periferiche». Legambiente - ha concluso Della Seta - chiede pertanto che «venga adottato al più presto un piano straordinario, sia per la manutenzione delle reti di adduzione e di distribuzione, sia per il completamento della rete di fognature e degli impianti di depurazione». L’ acqua in natura è sempre meno disponibile e quella che si può organizzare è spesso inquinata. Ecco perché quando è possibile è importante evitare ogni spreco. A differenza della bottiglia, che viene aperta e non sempre bevuta, con il boccione ogni persona si serve da sola e decide quanto bere, mezzo bicchiere o cinque bicchieri. Grazie ad una strategia intelligente di utilizzazione, a Madrid il consumo d'acqua è diminuito, tra il 1992 e il 1994, del 25% consentendo un risparmio di 100 milioni di metri cubi d'acqua all'anno. Gli stessi risultati possono essere ottenuti altrove e le soluzioni sono spesso estremamente semplici: • se gli scarichi dei WC utilizzassero 6 litri invece di 9, il consumo domestico diminuirebbe del 10%; • si calcola che le perdite nei sistemi di distribuzione dell'acqua sono, in media, del 30% nell'insieme dell'Europa e, in alcune reti urbane, possono ammontare al 70-80%. Una utilizzazione più razionale dell'acqua nel settore industriale e agricolo consentirebbe anche di controllare, su vasta scala, gli sprechi di questa risorsa. Le ricerche europee a questo livello riguardano soprattutto: • il riciclaggio dell'acqua e la sua sostituzione in quanto refrigerante, solvente o mezzo di precipitazione in vari settori industriali; • studi relativi ai modi di irrigazione agricola più economici; • la prevenzione e l'individuazione delle perdite, nonché le tecniche di rinnovamento delle reti di distribuzione; • il miglioramento delle strategie di gestione e il coordinamento degli operatori del settore dell'acqua. Quando si profila la desertificazione Il calo delle precipitazioni, lo sfruttamento eccessivo delle risorse sotterranee, i cambiamenti di utilizzo del suolo hanno determinato situazioni ambientali estremamente preoccupanti nelle regioni mediterranee. Il progetto EFEDA-Idrologia, basato su una strategia pluridisciplinare, ha evidenziato il problema e le sue implicazioni socioeconomiche. Sulla base di questi risultati, il progetto GRAPES sviluppa oggi una strategia a favore di uno sfruttamento razionale delle risorse idriche. Protezione delle risorse sotterranee La protezione delle acque sotterranee costituisce una priorità fondamentale nella gestione delle risorse idriche. Vari progetti2005 europei studiano i problemi legati all'eccessiva captazione, all'infiltrazione di acqua salata negli acquiferi costieri, all'inquinamento dovuto all'agricoltura, l'urbanizzazione e l'industria. Si propongono soluzioni per la tutela, il ripristino e la gestione sostenibile delle riserve, che prevedono, in alcuni casi, la possibilità di ricaricare artificialmente alcuni acquiferi. Di origine industriale, agricola o domestica, l'inquinamento non ha mai smesso di degradare la qualità dell'acqua in Europa. Questi danni comportano gravi squilibri ambientali in seno agli ecosistemi e costituiscono una minaccia diretta per la salute delle popolazioni. Malgrado l'uso più limitato di pesticidi e fertilizzanti nell'agricoltura, la loro concentrazione rimane stabile nelle acque sotterranee perché l'infiltrazione degli agenti inquinanti nelle falde freatiche avviene molto lentamente. La situazione è preoccupante anche perché queste falde costituiscono il serbatoio dei due terzi della popolazione europea e che il loro ripristino, in caso di danni gravi, richiederebbe decenni. Le acque residue di origine industriale o urbana contribuiscono, da parte loro, ai tassi eccessivi di fosfati e altri composti organici responsabili dell'eutrofizzazione delle acque di superficie. Malgrado varie direttive europee, che hanno consentito di ridurre queste forme d'inquinamento, in numerose zone il loro livello rimane troppo elevato. Considerazioni analoghe valgono per gli scarichi di NOx e di SO2 nell'atmosfera. Questi sono la causa delle piogge acide, che incidono sulla vita nelle acque dolci. Nonostante le normative, in diverse zone i valori misurati superano il livello critico. Le azioni Per lottare contro l'inquinamento delle acque è necessario trattare gli effluenti agricoli, industriali e domestici e ridurre gli effetti dannosi registrati. Questi fenomeni riguardano tutta l'Europa ed è a livello europeo che è necessario trovare le soluzioni. Le ricerche transfrontaliere, finanziate dall'Unione europea, offrono ai vari operatori (legislatori, industriali, enti locali, organismi della sanità pubblica, ecc.) le conoscenze e gli strumenti che consentono loro di far fronte a queste situazioni. Queste ricerche riguardano: • i meccanismi dell'inquinamento, sia a livello degli impianti che li producono che negli ambienti naturali; • l'acquisizione delle basi scientifiche necessarie per l'elaborazione di norme e la convalida e l'armonizzazione dei metodi di misura e prova; • i metodi e le tecnologie per il trattamento delle acque e il ripristino dei siti inquinati; • le nuove tecniche agricole che consentono di prevenire o limitare la diffusione dei residui di pesticidi e fertilizzanti nelle falde acquifere; la comprensione dei fattori e dei comportamenti socioeconomici dei vari operatori del settore dell' COSTI ESTERNI DEL TRASPORTO -Meno trasporto significa meno inquinamento sulle nostre strade-. Stime recenti dei costi esterni del trasporto collocano il prezzo che la nostra società deve sostenere per mantenere i presenti livelli di mobilità nello stesso ordine di grandezza, pari a 658 miliardi di Euro all'anno. Il trasporto su strada è responsabile di più del 90% di questi costi e fra le categorie di costo prese in considerazione (incidenti, inquinamento atmosferico, rumore, cambiamenti climatici, ecc.) gli incidenti rappresentano il costo più elevato, stimato nell'ordine di circa 156 miliardi di Euro, pari al 2,5-3% del Prodotto interno lordo (Pil) dei paesi europei. Uno studio condotto in Austria Francia e Svizzera sui costi sanitari dell'inquinamento atmosferico nei tre Paesi (Kunzii et al., The Lancet, settembre 2000) ha calcolato che in base ai ricoveri ospedalieri, ai giorni lavorativi persi (16 milioni per inquinamento da traffico), e al numero di morti, l'inquinamento da traffico veicolare produce nei tre Paesi costi per 27 miliardi di Euro l'anno, pari a 360 Euro procapite. Questo dato è in linea con gli studi effettuati nel Nord America sui costi economici dell'inquinamento da polveri, dove si è stimato che l'onere complessivo nel periodo 1994-'96 è stato dell'ordine delle decine di miliardi di dollari. Per quanto riguarda l'Italia, sulla base di uno studio dell'Unione Europea (Externe) che ha stimato 157 lire a chilometro percorso i danni prodotti dal trasporto su gomma (cambiamenti climatici, salute, incidenti), si calcola una spesa ogni anno di 170mila miliardi di lire in costi ambientali e sociali legati all'inquinamento da traffico.(Amici della Terra e Ferrovie dello Stato, 2000). Andando ad analizzare le varie voci il costo totale del trasporto su strada, risulta tra i 25.081 e 31.728 miliardi per emissioni di gas serra, 78.172 e 47.335 per l'inquinamento atmosferico, 20.720 e 10.217 per il rumore. Il rumore notturno urbano costa 56,8 mEuro a chilometro, mentre in media il rumore di ogni autovettura costa 17,4 lire a chilometro di percorrenza. Gli incidenti per il trasporto stradale di passeggeri e merci hanno un costo annuo tra i 52.260 e i 53.039 miliardi di lire. Anche la congestione e i tempi aggiuntivi hanno un costo per la società: per la congestione in ambiente urbano si ha un costo di 6.523 lire/chilometro, per un totale 24.963 miliardi per il trasporto su strada di passeggeri e merci. Progetto VERA: Vogliamo Educare al Rispetto dell’Acqua I bambini sono il nostro futuro, il bambino che oggi gioca per terra e si sporca di gelato sarà colui che avrà il compito di mettere in pratica ciò che ha imparato durante la sua istruzione. Noi del progetto acquaviva crediamo che una maggiore sensibilizzazione in alcuni settori ( fra cui il nostro) siano di vitale importanza per il futuro della nostra vita e della nostra terra. Crescere un bambino con una mentalità più aperta ed interessata alla natura è sicuramente più confortante e ci permette di guardare i nostri figli con più tranquillità. L’ obiettivo del “progetto VERA” è quello di istruire, accrescere le conoscenze e soprattutto coinvolgere gli alunni per una maggiore sensibilizzazione al valore dell’ acqua, all’ ecologia e al rispetto della natura. La nostra proposta - che si articola in più tappe - è stata presentata al comune di Brescia e agli uffici che seguono le problematiche scolastiche relative all’ ecologia e al servizio di ristorazione, che l'hanno accolta entusiasticamente. Il termine “educare” pone immediatamente l’attenzione al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza; intervenire precocemente sui giovani nel determinare lo sviluppo del senso critico e l’acquisizione di comportamenti corretti funzionali al consumo razionale delle risorse può costituire un adeguato intervento di prevenzione. Sarebbe quindi opportuno che nell’ambiente scolastico i docenti, da sempre sensibili a tematiche di educazione ambientale, possano essere supportati, nel loro intervento educativo, da figure professionali anche esterne alla scuola in attività specifiche e qualificate. Viviamo in un mondo ricco di sprechi, di abbandono e di varie problematiche relative alla natura e all’ ecologia. Noi tutti nel nostro piccolo potremmo aiutarci a vivere meglio dal piccolo paese alla grande città. Chi meglio dei bambini può portare avanti questo interessante progetto!? Probabilmente questa è una piccola goccia…..ma il mare non è fatto di tante gocce!?  
Data della prima realizzazione 02-01-05  
Benefici ambientali Riduzione del 50% dello spreco di acqua rispetto la bottiglia. Riduzione del 30% del costo del carburante grazie alla ottimizzazione delle consaegne tramite apparecchio satellitare. Compensazione al 100% sulla produzione di Co2 tramite la creazione e salvaguardia di una nuova area boschiva di 10.163 m2 interamente localizzata in Costa Rica. Riciclo del 100% del ns. prodotto Boccione in Pet. Il boccione terminato viene ritirato dal cliente, portato nel ns. magazzino, pulito,selezionato, macinato e immagazzinato in piccoli silos che successivamente verranno mandati direttamente alle aziende di produzione. Vengono eliminati tutti gli interventi sul prodotto, ridotti gli scarti, ridotta la lavorazione e di conseguenza lo spreco di energia.

Benefici ambientali No
Minor consumo energie non rinnovabili  
Diminuzione scarichi inquinanti  
Riduzione rifiuti prodotti  
Ricorso energie rinnovabili  
Minor consumo materie prime  
Ricorso a risorse locali  
Miglior uso infrastrutture esistenti  
Minor ricorso a trasporto e logistica  

Valutazione dell'impatto dell'innovazione sul sistema Vedi relazione precedente  
Altri attori sociali coinvolti per la promozione e lo sviluppo dell'innovazione Comune di Brescia Cooperative  
Politiche di comunicazione ambientale e sociale adottate News letter via e-mail dispense per le scuole  

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